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Al Pizzo dei Tre Signori: l’Inferno che diventa Paradiso

Lorenzo Cavagna · Aprile 28, 2017 · Blog · 0 comments
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Sanno bene i miei compagni di camminata, cosa ho passato prima di arrivare alla cima del Pizzo dei Tre Signori a quota 2555m. A questo link: Pizzo dei Tre Signori potete trovare il percorso che io e i miei due amici abbiamo seguito per arrivare in questo bellissimo luogo. Siamo partiti da Valtorta, parcheggiando l’auto alla base degli impianti sciistici (Ceresola) a quota intorno ai 1300m. La passeggiata è stata fatta il 27 Dicembre del 2015 e anche se si tratta di metà inverno, non era presente neve e  la giornata era particolarmente soleggiata.

In quel periodo (a dir la verità da quando lavoro) non ero molto in forma, ma la cosa non mi aveva intimorito perchè i miei amici mi avevano rassicurato, tanto che anche l’altezza del Pizzo mi avevano convinto a partire. Non poteva essere che il pensiero sbagliato. Il dislivello è circa di 1400m (che non è esagerato calcolando che in termini di tempo da Valtorta alla cima ci vogliono circa tre ore e mezza/quattro) e non essendo molto allenato la salita era stata davvero un inferno. Aggiungo che i km totali sono circa 21, quindi non proprio una passeggiata per tutti!

Il percorso è stato: impianti di Ceresola, rifugio Grassi, Pizzo dei Tre Signori e il ritorno. D’inverno le giornate sono abbastanza corte, quindi anche la sveglia è stata traumatica. Fino al rifugio Grassi la camminata è stata davvero bella, tanto che il peso della macchina fotografica e dei tre obiettivi non si sentiva nemmeno. Dal rifugio Grassi le cose sono cambiate drasticamente: finito di mangiare una brioches e un cioccolatino come spuntino (intorno alle 11), mancava quindi il tratto dal rifugio alla cima della montagna.

Ripartiti tutti e tre insieme, dopo qualche minuto di camminata comincio a sentire i crampi al polpaccio destro. Non ci volevo credere, ero arrivato fino a lì senza particolari problemi (ed erano passate quasi 2 ore di camminata) e il pensiero di mollare era alle porte. Fortunatamente uno dei due amici aveva la soluzione: una bottiglietta intera di Polase! Non ci crederete, ma quella bottiglietta miracolosa, mi ha salvato la giornata.

Pizzo dei Tre Signori

Purtroppo ho sempre avuto il fiato corto e dopo altri pochi minuti i due compagni si allontanarono da me dirigendosi versa la vetta. Sofferenze vere in quel tratto, fiato che non c’era e i crampi che aspettavano solo di colpire, non mi sono arreso. Si arriva poi al tratto chiamato Via del Caminetto. Viene chiamato così perchè la salita ripida, con numerose  catene per aiutarsi durante la scalata e le rocce che avvolgono i passanti fanno assomigliare il passaggio proprio ad un camino. Superata anche la parte “tecnica” della camminata, di fronte a me appaiono quattro cuccioli di stambecco che si sono fatti fare giusto una foto e poi se ne andarono.

Cuccioli di Stambecco al Pizzo dei Tre Signori

 

E infine, dopo tante peripezie, ero arrivato alla croce del Pizzo dei Tre Signori! Da quel momento avevo cominciato a scattare fotografie a 360 gradi. Ho scelto di pubblicare questa foto perchè mi ha fatto pensare a quel momento di solitudine trascorso durante la salita, di fatica e di una futura soddisfazione poco dopo. L’inquadratura non è delle migliori e la qualità di per se non fa impazzire (in photoshop è stato solo ritoccata la saturazione e il contrasto facendo risaltare maggiormente le ombre), ma forse il pensiero di voler tornare a casa il prima possibile mi ha fatto scattare questa foto a quella piccola baita, ricordando a tutti quanto siamo piccoli visti da quassù.

© Lorenzo Cavagna – Al Pizzo dei Tre Signori: l’Inferno che diventa Paradiso

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